Quest'anno, insieme alla mia classe, ho partecipato al progetto PCTO (Percorso per le Competenze Trasversali e l'Orientamento). Si tratta di un'esperienza che ha come obiettivo l'apprendimento di valori importanti, come la solidarietà e il bene comune. Durante questo percorso ho imparato che esistono diverse realtà di povertà, che hanno tutte varie sfaccettature e possono essere guardate da diverse prospettive. Ho anche avuto la possibilità di fare esperienze concrete, entrare in un contesto di povertà e incontrare tante persone che hanno bisogno di cura. Il progetto prevedeva diverse fasi. Come prima cosa è stato necessario prepararci bene in classe e conoscerela realtà in cui si sarebbe svolto il progetto. Il direttore della Caritas ci ha raggiunto a scuola e ci ha spiegato come funziona il mondo della povertà nella diocesi di Alghero-Bosa e come si può operare al suo interno. Abbiamo imparato che ci sono persone che vivono in situazioni davvero delicate e bisogna fare attenzione a ogni piccolo particolare quando ci si relaziona con loro. Successivamente abbiamo incontrato i Servizi Sociali, che ci hanno spiegato qual è il loro ruolo sul territorio nelle situazioni di povertà. La fase successiva ci ha visto protagonisti di bellissime esperienze di volontariato: per tre volte ci siamo recati alla mensa Caritas di Alghero e abbiamo toccato con mano quello che fino a quel momento avevamo soltanto potuto immaginare, perché ci era stato spiegato in classe. Prima che il progetto iniziasse, io ero già stata una volta in Caritas e tutti i volontari che avevo conosciuto si sono ricordati di me. Questa in particolare è stata una delle cose che mi ha colpito: la cura che i volontari mettono nel servizio che fanno, il sorriso che hanno quando incontrano le persone, la loro premura e disponibilità. In Caritas ho imparato sia gli aspetti "tecnici", come dividere e organizzare gli alimenti nella dispensa e servire il pasto ai poveri, sia cose più profonde, anche se molto semplici, come scambiare due parole con chi viene a ritirare il pasto. Inoltre, ho imparato a relazionarmi con i volontari e trascorrere dei momenti felici di fraternità insieme a loro e ai miei compagni. Nel frattempo nella nostra scuola abbiamo organizzato una raccolta alimentare, che ha coinvolto tutti i plessi dell'Istituto. Per farlo, abbiamo dovuto realizzare una locandina per pubblicizzare l'evento e poi "spargere la voce" andando in ogni classe per informare i nostri compagni di quello che avremmo realizzato. L'evento è stato divertente ma anche impegnativo, perché dovevamo dividere ogni alimento per tipo e, una volta riempite le scatole, indicarne la quantità. Vedere le persone della mia scuola, tra insegnanti e studenti, preoccuparsi di portare qualcosa per i poveri mi ha riempito il cuore di gioia e speranza e, per ogni scatola piena, riuscivo a immaginare il sorriso delle persone che l'avrebbero ricevuta: qualcuno, anche se da lontano, si è preso cura di loro. L'ultima fase del progetto ha riguardato la nostra presenza in due trasmissioni radio e la realizzazione di alcuni articoli di giornale. Così, a turno, abbiamo preparato degli interventi su diversi argomenti relativi al nostro progetto e la sua realizzazione, al volontariato e alla povertà. Credo che sia stato importante partecipare a questo progetto con la classe, perché in genere si tende a pensare che argomenti come la povertà siano lontani da noi; entrarci grazie la scuola invece è stato a mio avviso fondamentale, perché essa ha un ruolo importante nella vita di noi studenti. Una cosa che mi porterò nel cuore è sicuramente l'esperienza alla Caritas: qui ho imparato che per essere felici e fare del bene basta veramente poco, piccoli gesti d'amore che arrivano dritti al cuore, perché "l'essenziale è invisibile agli occhi!”
Marika Mocci, alunna della 3D del liceo classico