21 May
21May

A tutti noi sembrerebbe impensabile ritenere possibile l’esistenza di uno scenario in cui un essere umano sia completamente spogliato della propria dignità, dei propri averi, della propria libertà, del proprio essere, sotto l’occhio indifferente di tutto il mondo. Eppure soltanto 83 anni fa, questo scenario inimmaginabile ha preso vita nel peggiore dei modi possibili. Infatti a partire dal 1941, milioni e milioni di ebrei, donne, uomini, bambini, furono protagonisti della più grande e orribile dimostrazione di disumanità che l’uomo ha mai raggiunto nella storia. La popolazione Ebraica cominciò, in seguito alle leggi razziali, ad essere deportata nei campi di concentramento e sterminio in cui persero la vita tra i 5 e i 6 milioni di ebrei, ancora oggi ad Auschwitz, il più grande tra questi campi, è possibile percepire, tra il silenzio assordante, il dolore, la vergogna, l’umiliazione di tutte quelle vittime private da un giorno all’altro ingiustamente della loro libertà. In questo mare di indifferenza fortunatamente ci sono state alcune persone che hanno avuto il coraggio di ribellarsi a questo regime di terrore, tra questi vi era in particolare Oskar Schindler, imprenditore tedesco il quale possedeva una fabbrica di materiali metallici, dove assunse circa 1.200 ebrei, salvandoli dalla deportazione ad Auschwitz. A Cracovia nella piazza degli eroi del ghetto, è presente un memoriale composto da 70 sedie, ognuna rappresentate 1000 ebrei, esse appaiono però incomplete poiché sono vuote, infatti la sedia è un oggetto molto particolare, in quanto per divenire completa necessita di qualcuno che ci si sieda, perciò è come se queste aspettassero ancora e per sempre i loro pezzi mancanti. I pochi sopravvissuti, ad oggi, hanno riacquisito la loro libertà, ma essa non sarà mai del tutto completa, poiché ognuno di essi, nella propria mente, continua ad essere perseguitato dal ricordo di questi orrori, dal ricordo delle urla, del freddo, del fumo, dei familiari perduti, del dolore. Perciò è necessario ricordare fino a dove l’uomo si è spinto e fino a che punto si potrebbe spingere. La libertà è un qualcosa che noi ad oggi spesso prendiamo per scontato quando in realtà la si può perdere in un attimo, perché in fondo, la popolazione ebraica, era al tempo, ed è ancora oggi, una popolazione uguale a noi, che si è vista strappare la propria libertà ingiustamente, con l’inganno, con la presunzione, con la malvagità del resto del mondo, costretti a guardare mentre tutti gli voltavano le spalle, senza la possibilità di chiedere aiuto. Bisogna perciò difendere questa libertà a tutti i costi e non scordarsi mai che ognuno di noi, indipendentemente dal sesso, dalla religione, dall’etnia, la merita allo stesso modo, così da non ripetere mai più gli errori del passato.

Giulia Galleri e Miriam Marongiu, IV D Liceo classico



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