Nelle giornate dal 30 settembre al 3 ottobre 2023, dedicate ad illustrare il fenomeno migratorio che ad oggi, purtroppo, conta più di 27 mila vittime in mare, noi alunne dell’Istituto d’Istruzione Superiore “G.A. Pischedda” di Bosa, insieme ad altri 300 studenti italiani ed europei, abbiamo avuto l’opportunità di partecipare all’evento “A Europe of Rights” e prendere parte alle numerose attività di sensibilizzazione ideate dal Comitato 3 Ottobre, la cui denominazione si deve al terribile naufragio, avvenuto il 3 ottobre 2013 nelle acque del Mediterraneo, a poche centinaia di metri dall’isola di Lampedusa. Durante tale tragico evento persero la vita ben 368 persone; questa strage ha toccato il cuore di molti ma smosso la coscienza di poche persone… ecco perché da allora poco è cambiato!
Per l'evento, che quest'anno ha commemorato il decennale della tragedia, sono stati organizzati workshops, tavole rotonde; commemorazioni e testimonianze dei sopravvissuti. Sono stati i workshops ad aprire ciascuna delle giornate, tenuti da esperti del fenomeno e volontari delle tante organizzazioni umanitarie, tra cui Save The Children, UNICEF, CISOM. Questi sono stati seguiti da tavole rotonde i cui erano protagonisti studenti, giornalisti ed esperti impegnati nella trattazione di diversi temi vicini alla migrazione tra cui il traffico di esseri umani, l’accoglienza, l’inclusione, il salvataggio in mare. Infine le commemorazioni dei tanti naufragi e, in particolare, quello del 3 ottobre tenuta alle ore 3:15 del mattino, lo stesso orario in cui tante persone persero la vita in mare. La manifestazione si è conclusa con il corteo verso la Porta d'Europa, aperto dai 30 superstiti del naufragio e Tareke Brhane, presidente del Comitato 3 Ottobre, per non dimenticare le vittime della migrazione e dell’indifferenza. Le attività svolte in questi giorni sono state preziose per arricchire le nostre conoscenze sul tema della migrazione e con l'aiuto degli esperti abbiamo analizzato le dinamiche che muovono questo fenomeno e costringono uomini, donne e bambini a lasciare la propria patria e intraprendere un viaggio pieno di insidie, che molto spesso porta alla morte, spinti dalla speranza di trovare un Paese che li accolga e dia loro la dignità che ogni essere umano merita.
Abbiamo riscoperto e capito a fondo tante parole che nel quotidiano diamo per scontato o ignoriamo appositamente; siamo soliti pensare che questo fenomeno sia lontano da noi, che non ci riguardi, ma la verità è tutt’altra, in qualità di esseri umani, esseri viventi della stessa specie, siamo chiamati ad aiutare, o per lo meno, ad interessarci dei nostri fratelli e sorelle, che quotidianamente rischiano la propria vita per il semplice fatto di aver avuto la sfortuna di nascere lì e non qui. Sia chiaro: noi non abbiamo fatto niente, non abbiamo nessun merito per essere nati nella parte sicura, benestante del mondo, solo il concetto di umanità deve spingerci a tendere la mano verso qualunque essere umano ne abbia bisogno o si trovi in difficoltà. Il nostro compito è quello di ricordare ciò che è successo e smettere di chiudere gli occhi davanti alle tragedie che continuano ad avvenire ogni giorno, è importante capire perché succede ed intervenire, a questo proposito il Comitato 3 Ottobre si pone diversi obiettivi: creare una banca dati europea del DNA, per il riconoscimento delle vittime e riformare il Regolamento di Dublino; favorire l’integrazione e l’inclusione della popolazione immigrata nelle comunità locali d’arrivo nel nostro Paese, condizione sostanziale per la coesione sociale di un Paese sempre più interculturale; sostenere l’apertura di corridoi umanitari e sistemi di ingresso legali e sicuri, per mettere fine alla violazione dei diritti umani e delle morti in mare. Parlarne è importante, così come lo è abbattere le barriere che ci separano, siano queste artificiali, ossia muri costruiti dall’uomo, siano queste naturali, come il Mediterraneo.
Damiana Porcu, IV D Liceo classico