La storia della Chiesa della Madonna del Carmelo è legata all’arrivo dei Carmelitani nella cittadina di Bosa nella seconda metà del XVI secolo. Nel 1580 i religiosi ottennero la chiesa di Sant’Antonio, ma a causa delle frequenti inondazioni il luogo divenne malsano e i Carmelitani chiesero il trasferimento in un’altra sede, ottenendo nel 1606 la chiesa di Santa Maria del Soccorso, situata presso la porta di San Giovanni, al di fuori delle mura della città. Questa, poiché si trovava vicino al rione Sa Costa, favorì l’apostolato dei religiosi, ma a metà del ‘700 venne demolita e abbandonata a causa della grande quantità di restauri di cui aveva bisogno. Al suo posto, nel 1779, venne costruita un’altra chiesa dedicata a Santa Maria del Carmelo, che venne consacrata solo nel 1810. Nella nuova chiesa vennero trasferiti gli stessi arredi della precedente, tra cui spiccano il grande Crocifisso,
l’acquasantiera e il simulacro di Sant’Eustachio.
Nel 1867 la chiesa del Carmine fu assegnata al Fondo per il Culto, a seguito dell’applicazione della legge del 17 luglio 1866 sulla soppressione degli ordini religiosi. Invece i locali del convento vennero concessi al Comune, che li usò come classi per le elementari e per il Ginnasio.
Due Carmelitani rimasti a Bosa dopo la chiusura del convento, continuarono a celebrare la messa per la popolazione, su richiesta della municipalità. Poco dopo venne costruita la chiesa della Maddalena, ma questa ostruiva il Corso e di conseguenza l'espansione della città di Bosa verso ovest.
Il Municipio allora, chiese al Vescovo Cano un “concambio”: il Municipio avrebbe ricevuto la chiesa della Maddalena e il Vescovo avrebbe ricevuto il Carmine. Il 28 maggio del 1872 il concambio venne firmato, tutti gli arredi della chiesa della Maddalena vennero trasferiti al Carmine e la chiesa della Maddalena venne demolita, cosicché il Corso e la città si poterono espandere ad ovest, verso il mare.
Oggi la chiesa del Carmelo è caratterizzata dalla facciata divisa da sei lesene piatte costruite in trachite rossa, che danno origine a cinque specchi intonacati, interrotte da una trabeazione, anch’essa in trachite rossa, che divide il prospetto in due ordini. Il portale è sormontato dallo stemma del Carmelo, che è situato all’interno di una cornice posta sotto un cappello barocco. L’interno è costituito da una sola navata, con quattro cappelle su ogni lato sormontate da volte a botte. All’interno il bianco degli intonaci contrasta con il rosa della trachite, nel presbiterio vi è l’altare in stile rococò costruito con marmi policromi nel 1791, dedicato alla Madonna del Carmine.
La sua sontuosità contrasta con la semplicità dell’architettura dell’aula così come contrastano il pulpito di legno e le ancone lignee delle cappelle a sinistra, appartenenti allo stile tardo-barocco e tutte policrome, dedicate alle Madonne di Mondovì e di Itria, a San Gaetano da Thiene e a Sant’Alberto da Messina. Quelle di destra invece, non sono del tutto ultimate. Una caratteristica particolare è la bussola in stile barocco, che colpisce l’osservatore per la sua ricchezza. All’interno della chiesa è apprezzabile un elemento di particolare pregio, un organo costruito da Carlo Giuliani nel 1870 posto sopra la tribuna presso la ringhiera in ferro battuto, è dotato di più di 400 canne, 22 registri e una tastiera in bosso con 56 tasti. Purtroppo oggi non può suonare poiché i mantici sono stati disattivati.
Emanuele Madeddu 2B