Il 5 aprile del 2023, a Caldes in Trentino, è morto il runner Andrea Papi in un bosco della Val di Sole. Un decesso avvenuto mentre il povero Andrea stava facendo la sua solita corsa serale in montagna. Il runner stava tornando a casa dalla fidanzata Alessia, che lo stava aspettando per cenare insieme ai suoi amici, ma purtroppo Andrea non ha mai fatto più ritorno a casa perché la sua vita è stata travolta da uno dei cento orsi presenti in Trentino. Il giovane ragazzo ha tentato di sopravvivere all’attacco difendendosi con un bastone. Ancora la dinamica dell’incidente non è chiara, ci sono due ipotesi: la prima è che il runner abbia trovato l’orsa in una curva ed entrambi si siano spaventati; la seconda è che l’orsa abbia attaccato lo sportivo per difendere i propri cuccioli. La procura di Trento ha subito ipotizzato che si potesse trattare di un orso, dato che nell’ultimo periodo c’erano stati diversi episodi di aggressione, l’ultima il mese precedente alla tragedia quando un uomo è stato ferito al braccio e alla testa da un orso. In merito alla presenza degli orsi a Trento, il presidente della provincia Maurizio Fugatti ha detto che se questi animali si dovessero mostrare pericolosi per l’incolumità dell’uomo saranno subito abbattuti per evitare nuove vittime. Questa decisione un po’ estrema non è stata ben accolta dagli animalisti che ritengono che l’uccisione degli orsi debba essere l’ultima soluzione. Anche la famiglia del povero corridore si è mostrata contraria ad uccidere l’orsa ritenendo che ucciderla non gli restituirà il loro amato figlio.
In merito a quanto accaduto è difficile prendere una decisione, ma una soluzione di compromesso potrebbe essere quella di individuare e isolare un’area ampia in cui gli orsi possano vivere senza creare pericoli all’uomo; nel caso specifico si dovrebbe lasciare in vita l’orsa, dato che si tratta di un animale che attacca solamente se viene spaventato o provocato.
Il 12 Aprile del 2023, a Caldes oltre 3000 persone hanno presenziato al funerale per dare l’ultimo saluto ad Andrea Papi.
Luigi Cau, II D liceo classico