Da tempo la comunità di Scano di Montiferro è animata da un diffuso malumore, causato dall’imminente chiusura della Scuola Secondaria di I Grado in vista del trasferimento di quest’ultima nel vicino comune planargese di Tresnuraghes.
Tutto nasce nell’ambito del Progetto Iscol@, un progetto di diversi milioni di euro, nato in seno alla giunta Pigliaru e appoggiato in questo caso dall’Unione dei Comuni di Tresnuraghes, Sennariolo, Sagama e Scano di Montiferro, che prevede, oltre all’acquisto di nuovi arredi e attrezzature, opere di riqualificazione, manutenzione e ridimensionamento degli edifici scolastici e l’innovazione dell’offerta formativa. Una parte consistente del finanziamento era stata destinata ai centri di Tresnuraghes e Scano, e in parte cofinanziato dalle relative amministrazioni, con un conseguente accorpamento di alcuni plessi dell’Istituto comprensivo di Bosa.
La delibera regionale numero 38/59 del 21 dicembre 2022 sancisce il piano di ridimensionamento della rete scolastica in Sardegna. Tra le altre disposizioni è stato stabilito che, a partire dall’anno scolastico 2023/2024, la Scuola Secondaria di Scano di Montiferro chiuderà per essere ospitata nel Comune di Tresnuraghes, mentre gli studenti della Scuola Primaria di Tresnuraghes dovranno frequentare a Scano (come, in parte, già fanno). Già in data 21 ottobre 2022 il Consiglio Comunale di Scano Montiferro ha deliberato all’unanimità di approvare il piano.
I genitori, però, non ci stanno.
“E’ da diversi anni – spiega una loro consistente rappresentanza - che si parla del Polo scolastico diffuso del Montiferru e della Planargia e noi sin da subito abbiamo espresso la nostra assoluta contrarietà alla delibera, peraltro portata a conoscenza della popolazione a carte ormai firmate, che vorrebbe privare la nostra comunità del bene più prezioso, ossia la scuola. Non capiamo perché proprio Scano, che ha la popolazione scolastica più numerosa di tutto il circondario (18 alunni alla Materna Statale, 16 alla Paritaria, 61 alla Primaria e 50 alla Secondaria di I Grado), debba privare i propri ragazzi del diritto di poter frequentare la Scuola Media in loco”. Quella stessa scuola che li ha visti crescere da generazioni e per cui si è, a suo tempo, tanto lottato per ottenerla.
La chiusura di una scuola è una profonda ferita inflitta a tutta la comunità. “Da un paio d’anni – proseguono i genitori - stiamo assistendo alla morte dei servizi essenziali, abbiamo anche perso la Facoltà di Ingegneria Informatica e, adesso, dovremmo piegare la testa e accettare supinamente di perdere la Scuola Media? Teniamo a precisare che la nostra azione è esclusivamente in difesa della Scuola e del diritto allo studio dei nostri figli. Non è una forma di discriminazione nei confronti della comunità di Tresnuraghes, che ci dovrebbe ospitare, e con la quale abbiamo da sempre ottimi rapporti di cordialità (da tempo diversi studenti del paese planargese frequentano nel plesso di Scano, così come molti ragazzi di Sennariolo e Sagama), tantomeno una presa di posizione politica nei confronti dell’Amministrazione guidata da Antonio Flore”.
I genitori ritengono quindi ingiusto e folle far viaggiare quotidianamente 50/60 alunni pur avendo a disposizione in loco una scuola efficiente dal punto di vista strutturale e didattico. Si tratta, inoltre, di un inutile sperpero di denaro pubblico e la chiusura della scuola avrà una grave ricaduta sull’indotto e sull’economia del paese di Scano.
E’ atteso con trepidazione l’incontro di giovedì 19 gennaio 2023 tra i sindaci dell’Unione, i genitori e la popolazione dei quattro paesi interessati, con la speranza che si possa trovare un punto di incontro fra Amministrazione e popolazione.
Martina Piras, V A Liceo scientifico